Pubblicato: 16 Ottobre 2017
Italia d’argento ai campionati Europei di surfing terminati oggi in Norvegia, nella freddissima e selvaggia spiaggia di Bore: solo il Portogallo davanti agli azzurri nella classifica a squadre. Il surf in Norvegia è una novità almeno quanto questa giovane nazionale targata FISW, a cui da meno di un anno è stata delegata la gestione del settore surfing. Con il riconoscimento da parte del Coni sono arrivati fondi economici e tecnici che hanno dato un decisivo slancio al movimento del surf pro in Italia. Estremamente soddisfatto Luciano Serafica, Presidente della Federazione Sci Nautico e Wakeboard, che commenta così: “Un grande successo a coronamento di questi primi sette mesi di lavoro, siamo sulla strada giusta”.
CONDIZIONI ESTREME — La competizione si è svolta sulla ventosissima costa della Norvegia Sud-occidentale, con onde spesso al limite del praticabile. Oltre alle condizioni poco adatte a favorire lo spettacolo ha influito sulla performance degli atleti la temperatura dell’acqua, appena sopra i 10 gradi. I surfisti sono quindi stati obbligati a indossare mute più spesse del solito, calzari e guanti di neoprene, addirittura un cappuccio per i più sensibili al freddo. Queste premesse avranno sicuramente pesato sulla mancata presenza di due team di grande tradizione come Francia e Spagna, che insieme con alcuni altri atleti di fama internazionale (principalmente portoghesi) hanno snobbato la rassegna continentale.
L’ITALIA C’E’ — L’Italia si è invece presentata compatta e quasi al completo in Norvegia (da escludere Leonardo Fioravanti e Francisco Porcella, entrambi impegnati nei circuiti della World Surf League), potendo schierare un roster di atleti giovane, ma di tutto rispetto. Roberto D’Amico, Angelo Bonomelli, Alessandro Piu e Mattia Migliorini non sono riusciti a ottenere i risultati sperati nella categoria open uomini, probabilmente abituati a competere su onde di altra qualità. D’Amico e Bonomelli si sono piazzati noni a pari merito.
EXPLOIT INDIVIDUALI — A riequilibrare il bilancio della quota maschile Matteo Fabbri, specialista del longboard, protagonista del miglior risultato individuale dell’Italia all’EuroSurf: “Mettere al collo questa medaglia d’argento è una soddisfazione unica, soprattutto per chi come me viene da Riccione, un posto dove di onde non se ne vedono molte”. A Fabbri ha risposto Genesio Ludovisi, che ha contribuito al medagliere azzurro con un bronzo nel bodyboard, disciplina che si pratica scivolando sull’onda sdraiati su una tavola più corta di una normale tavola da surf.
GIADA DA BALI — La promettente Giada Legati, 17 anni compiuti oggi, ha partecipato nel giorno del suo compleanno alla finalissima del contest open femminile. La medaglia di legno per l’atleta italo-argentina residente a Bali, Indonesia, può rappresentare l’incipit di un brillante futuro. Nelle parole della Legati non manca però un filo di rammarico: “Peccato per la finale, ho sbagliato la scelta delle onde, potevo fare meglio. Certo che fatica con una muta così pesante a limitare i movimenti! Un’altra cosa rispetto a Bali, dove mi alleno tutto l’anno in costume”. Buona anche la prova dell’altra atleta in gara tra le donne, Valentina Vitale (quarta nella finale del tabellone secondario): coach della squadra femminile, ex campionessa italiana di shortboard e riscopertasi pure bodyboarder durante la spedizione scandinava. La tuttofare romana si è infatti fatta strada fino all’ultimo atto del main event di bodyboard. Un quarto posto insperato ma fondamentale per la classifica a squadre. E così l’Italia è diventata vicecampione d’Europa, un primo piccolo passo verso la consacrazione surfistica di un paese in cui, onde o no, la pratica del surf si sta diffondendo sempre più rapidamente.
Fonte: www.gazzetta.it
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